L'oro verde di Bronte:
il pistacchio

Le origini storiche 

Il Comune di Bronte è tra i più estesi della provincia di Catania. Le sue origini storiche risalgono ai Siculi che furono i primi abitatori della zona, intorno all’ VIII secolo. Diverse le dominazioni che si sono succedute, tra cui va ricordata quella degli Arabi, che in queste zone trapiantarono il pistacchio. Ad oggi Bronte è universalmente riconosciuta come la città del pistacchio che nasce nell’ostile terreno sciaroso dal quale la pianta trae alimento quasi miracolosamente dalla pietra lavica e, fertilizzata dalla cenere espulsa continuamente dal vulcano, produce la più pregiata qualità di pistacchio. 

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Pistacchio di Bronte DOP

L'economia del pistacchio

La comunità brontese è composta da circa 20.000 abitanti, di cui, secondo gli ultimi dati, il 60% circa è dedito a lavori agricoli. Basa quindi la propria economia prevalentemente sulle attività agricole, la zootecnia, l’artigianato, il commercio, i trasporti ed in modo particolare sulla coltivazione del pistacchio, trasformato a Bronte e commercializzato soprattutto verso l’estero. La pistacchicoltura rappresenta la più significativa coltivazione a proprio agio giusto sulle rocce laviche che risultano proibitive per qualsiasi altro tipo di vegetazione. Il pistacchio è quindi la principale risorsa economica del territorio di Bronte; si coltiva in buona parte in colture specializzate ma anche in associazione con l'ulivo e il mandorlo. La raccolta del frutto avviene ogni due anni e se ne raccolgono oltre 30 mila quintali a fronte di una produzione italiana di 39.000 quintali circa. Sotto il marchio “Pistacchio di Bronte Dop” sono riuniti circa 500 produttori. Secondo Mauro Rosati, direttore generale della fondazione Qualivita, la denominazione produce 10,1 milioni di euro di fatturato.

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